FACCIAMO UN PUNTO sul TERZO SETTORE e su OLC

Nei mesi scorsi abbiamo ospitato alcuni dei temi di quotidiano interesse per chi vive ed opera nel mondo del Terzo Settore e cresce giornalmente la richiesta informativa e la curiosità su come si sta evolvendo la normativa e tutto il mondo delle ormai ex onlus. Da un lato continuano le forti perplessità sulla riforma voluta a suo tempo dal Governo Renzi ( Legge 106-16  e Ddl 117-17 ) e le successive evoluzioni che oggi vedono il cosiddetto RUNTS ( Registro Unitario Nazionale del Terzo Settore ) come un’oasi nel deserto. Dall’altro, fatti incresciosi di cronaca e perplessità sempre maggiori (vedasi gli esiti dell’ultima ricerca dell’IDD sullo stato della donazione) che non riescono a chiarire come la conformità alla riforma voluta dall’allora Ministro Poletti e dal Sottosegretario Bobba possano prevenire la mala gestione delle donazioni da parte di figure apicali che – nelle organizzazioni del Terzo Settore – giornalmente chiedono di sovvenzionare la loro Onlus, di donare il 5 o l’8 x 1000. Partendo dalla rilevazione IDD – fatta in collaborazione con CSVnet, le rete dei Centri di Sevizio per il Volontariato – emerge chiaramente che, in generale, il 53,2% delle organizzazioni no-profit ha avuto cali importanti nell’acquisizione di fondi. In netto calo anche la raccolta da aziende – diminuita per il 36,4% % – e quella da privati cittadini – diminuita per il 45,5%. Il 2021 conferma il trend negativo: il 43% delle organizzazioni stima di chiudere il 2021 con una diminuzione delle entrate moderata o consistente. Tra le motivazioni del forte calo, pur considerando il periodo legato alla pandemia da Covid, c’è sempre una maggiore attenzione nel donare perché “ci si fida poco”, soprattutto dopo gli ultimi casi di UNITI PER CREMONA E UNITALSI.

Abbiamo intervistato il Dr. Pierluigi Villa titolare della società VILCERT, la prima società in Italia partner AACHEN per le verifiche ispettive di conformità allo Schema OLC 2015.

 

Dr. Villa, voi avete iniziato nel 2017 le vostre attività di Ente certificatore in un momento molto critico nell’evoluzione della riforma del Terzo Settore. Come vi siete trovati a svolgere, promuovendolo, il vostro lavoro nel momento in cui tutte le Onlus erano così distratte dai balzelli della riforma ?

E’ stato ed è sicuramente difficile perché la questione è aggiungere qualcosa che, benché importante, tratta di etica e serietà, alla riforma del settore, che è fondamentale per la sopravvivenza dell’ente. Dunque, lo sforzo profuso per poter andare avanti ha avuto e ha ancora la massima priorità, mentre la certificazione rimane un possibile obbiettivo futuro.

Siete stata la prima organizzazione indipendente registrata da Aachen per il rilascio dei certificati di conformità. Quale è stata la vs. esperienza in merito ai primi passi e come è oggi ?

Il gruppo di lavoro creato è formato da persone che avevano già una vasta esperienza nell’ambito delle certificazioni, dunque la particolarità del lavoro riscontrata è stata quella relativa all’analisi di certi dettagli che peraltro, data l’operatività piuttosto vasta del settore, non sono così facilmente classificabili e che quindi sono spesso da ricercare e valutare.

Quali sono le motivazioni che le organizzazioni no profit –  più attente a confrontarsi con voi sulla strada della 1° certificazione – hanno manifestato nella loro scelta strategica ?

Direi di un’origine simile a chi fa un master dopo una laurea. Gli enti che vogliono certificarsi vogliono dimostrare (la correttezza è intrinseca dato che nessuno mai metterebbe sotto i fari eventuali truffe) di voler svolgere al meglio la loro funzione, funzione contestualmente svolta da tanti.

Quali sono le criticità che riscontrate nelle organizzazioni che si rivolgono a voi per l’ottenimento del certificato OLC ?

Un ETS nasce per svolgere una certa funzione sociale e tipicamente orienta tutti i suoi sforzi per cercare di svilupparla al meglio tralasciando magari, per ovvi problemi di limiti fisici ed economici, fattori importanti di organizzazione e logistica che hanno impatto anche economico. La certificazione ha lo scopo di fotografare i vari aspetti costitutivi dell’ente e di definirne una gestione in ambito razionale.

Al di là del certificato ottenuto, che sicuramente inorgoglisce chi lo riceve a compensazione del lavoro svolto, quali sono altri eventuali benefici che hanno riscontrato attraverso il percorso certificativo ?

Non è così semplice stabilire dei possibili riscontri immediati laddove, peraltro, si stia vivendo un momento di particolare depressione generale. Posso dire, invece, di un caso in cui ad una piccola Onlus certificata è stato assegnato un posto disponibile di un concorso nel quale si erano presentati enti di ben altre dimensioni e capacità.  I criteri di assegnazione in un concorso non vengono mai, ovviamente, dichiarati, ma è molto probabile che la certificazione abbia contribuito significativamente a mettere in rilevanza la piccola Onlus.

Cosa prevede per il futuro ?

Prevedere è un verbo che intrinsecamente contiene un certo azzardo. Diciamo che posso dire cosa auspicherei. Il Terzo Settore ha, ormai, un ruolo fondamentale nella nostra società che potrebbe anche aumentare di importanza, dunque è fondamentale che abbia massima credibilità. La riforma del settore è improntata sostanzialmente sulla validità e verifica di forma, mentre la verifica di sostanza, in particolare per la correttezza, è rilasciata ai controlli che, purtroppo, sappiamo non essere così sufficientemente frequenti. Per quest’ultimi obiettivi, dunque, è necessario un ausilio e la certificazione OLC 2015 svolge esattamente questo. Speriamo che questa forma, o altre che potrebbero nascere per questo obiettivo, venga utilizzata in modo più esteso per garantire serietà e trasparenza a tutto il settore.